Smettila!
Smettila! prende vita da una ricerca sulla “dermotillomania”, un disturbo psicologico caratteerizzato da un ripetitivo auto-stuzzicamento della pelle che provoca piccole, più o meno gravi, lesioni.
Questo disturbo, che colpisce circa l’uno per cento della popolazione e di cui circa il settantacinque per cento sono donne, coinvolge da anni anche me.
Si individua una piccola parte di pelle e la si tormenta in uno stato di “trance” finché non si provoca una piccola ferita. La vista del sangue che riporta alla realtà è fonte di soddisfazione ma, anche, immediato senso di colpa, verso di sé e il proprio corpo.
Smettila! parla di come la mente, da una parte, veda nel corpo la possibilità di sfogo e lo renda oggetto e custode di un’emotività apparentemente inesprimibile, ma anche di come, dall’altra, la mente stessa si renda conto di provocare dolore e disagio e per questo se ne colpevolizza e soffre. Un loop infinito difficile da interrompere.
Pizzicare, scavare, grattare diventano fin dall’adolescenza gesti familiari e chi ne è affetta o affetto può non liberarsene mai.
Smettila! è quindi un imperativo che arriva dall’esterno ma anche una voce interiore in me ripetuta all’infinito.
Le nove clip in loop di cui è composto il video dialogano attraversando ed enfatizzando la compulsività del mio gesto mortifero e mortificante messo in contrasto con la lucentezza vitale dell’oro metafora per un’istinto di cura e autoaccudimento ignorato e che sempre, dopo ogni ferita, è invece da me profondamente ricercato e desiderato.